Lo spreco alimentare porta con se numerose implicazioni non solo legate alla perdita economica di cibo, prodotto e acquistato che poi diventa rifiuto, ma anche e sopratutto implicazioni ambientali e sociali. Per produrre un alimento vengono impiegate risorse ambientali e quando sprechiamo un alimento stiamo sprecando anche l’acqua, il suolo, l’energia che sono state necessarie a produrlo.
Nel nostro Paese nel 2010, ad esempio, è stato stimato che sono stati sprecati 1,5 milioni di tonnellate di prodotti agricoli perchè abbandonati nei campi sprecando 1,2 miliardi di metri cubi di acqua utilizzati per produrli. In pratica abbiamo prosciugato un volume di acqua pari al lago d’Iseo per produrre rifiuti. Ma anche l’energia viene sprecata non solo per produrre ma anche per smaltire i rifiuti. In Italia si è stimato una perdita del 3% del consumo energetico imputabile agli sprechi alimentari, percentuale che equivale ai consumi energetici annuali di 1,6 milioni di italiani.
La responsabilità nella lotta alla riduzione degli sprechi tuttavia non è solo ambientale ma anche e sopratutto sociale. Siamo chiamati a dare risposte all’attuale situazione di disequità rieducandoci alla produzione e al consumo oculato e imparando a ridistribuire le risorse. Un primo passo importate potrebbe essere semplicemente il recupero delle attuali eccedenze per convogliarle nei circuiti di donazione garantendo pari dignità di chi produce eccedenze e di chi le riceve.